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  • Immagine del redattoreAndrea Pellegrino

Madre Teresa: cure inadeguate, sofferenze indicibili, glorificazione del dolore. L'inchiesta can




È sempre difficile parlare di religiosità senza urtare la sensibilità delle persone. Si rischia di passare per persone ciniche e insensibili che hanno come unico obiettivo quello di distruggere, infangare e mortificare ciò che di bello le persone vedono nella fede. Le virtù che Madre Teresa incarna sono, a mio avviso, un tesoro prezioso da conservare, nascosto in una realtà dominata dalla freddezza dei rapporti umani e dalla caduta dei valori. Mi riferisco in questo caso specifico alla carità, all’amore per i poveri che la sua albanese, in maniera quasi archetipica, rappresenta nell’immaginario collettivo. L’argomento che affronterò in questo post è delicato e vorrei farlo con il massimo rispetto per la devozione delle migliaia di fedeli che la scorsa domenica erano radunati in preghiera in Piazza S. Pietro mentre Papa Francesco proclamava Santa Madre Teresa di Calcutta.

La storia insegna che, dietro ad ogni personaggio che in qualche modo la costruisce, si nasconde una zona d’ombra, un aspetto meno conosciuto e inquietante, spesso diverso e lontano anni luce dal concetto che il popolo erroneamente ha di quest’ultimo. È stato così per molti leaders spirituali del passato come Osho o Sai- Baba.

Anche la figura di Madre Teresa non sfugge ad alcune perplessità e i risvolti della sua vicenda, a giudicare dalle testimonianze dirette e dalle parole dei detrattori, aprono sulla sua persona degli scenari inquietanti che mai avremmo immaginato di scoprire. D’altronde questo blog si chiama “Indagini su mondi segreti” e, al di là di tutto quello che i media con il loro immenso potere ci fanno conoscere (o vogliono che noi conosciamo), esiste il famoso “rovescio della medaglia”. È proprio questo che mi accingo ad analizzare.


“Dimenticate il Premio Nobel per la Pace del 1979, dimenticate la beatificazione del 2003 perché Madre Teresa, in realtà, avrebbe lasciato morire i poveri di atroci sofferenze”.




Queste sono le parole iniziali di un’inchiesta pubblicata da Le Matin (qui la fonte) che svelerebbe aspetti inediti di una delle figure più amate della spiritualità.

Stando a questa versione la religiosità della suora era in forte contrasto con il senso di dignità del malato. Gli oltre 500 centri d'accoglienza che Madre Teresa fece costruire, in realtà erano degli spazi nei quali i moribondi venivano lasciati soffrire soli e senza le adeguate cure. La suora imponeva a tutti la sua convinzione secondo la quale la sofferenza è il più sublime dei mezzi per avvicinarsi al Signore e, in quanto tale, andrebbe glorificata e non curata.

Linda Polman, una giornalista olrandese, nel suo libro inchiesta scrive:

"Ero a Calcutta quando era ancora viva e gestiva un ospedale. Circondato da mura altissime, era il terrore per i bambini che si sentivano dire: guarda che se non stai buono viene Madre Teresa e ti porta via. Di fatto, denuncia la giornalista, varcate quelle mura la gente moriva senza cure mediche e medicine". ( …)


Una delle molte testimonianze a riguardo proviene da un ex volontaria di un'ospizio delle Missionarie della Carità fondato a Calcutta da Madre Teresa nel 1979: "i pazienti ricevono “poca o nessuna cura”, l’igiene è ben lontana dall’essere ottimale e vi operano suore senza competenze mediche. Il medico passa una volta alla settimana per tutti i pazienti, inclusi i malati di cancro che sono trattati con aspirina e vitamine”. (Qui la fonte)


Si diceva che nei lazzaretti della suora i pazienti vi entrassero aspettando invano di ricevere cure mediche e morivano senza mai riceverle. Pare infatti che il vero obiettivo di Madre Teresa fosse il proselitismo: cibo e acqua in cambio di abiure da parte dei malati e di conversioni al cristianesimo.


Uno studio canadese, pubblicato nel 2013, pone l'attenzione su un'altra zona in ombra che riguarda i finanziamenti e la gestione delle ingenti somme di denaro che Madre Teresa riceveva. Queste donazioni sarebbe finite su numerosi conti bancari segreti. Un'esempio concreto furono le numerose inondazioni dell'India nelle quali Madre Teresa offrì preghiere e santini, ma mai un aiuto concreto. Il giornalista Serge Larivèe, che studiò per anni la figura della Santa, afferma che secondo i dati in suo possesso "il bottino è stato versato nelle casse del Vaticano". (Qui la fonte)



Alla luce di tutto questo, indipendentemente da quanto ci sia di vero (e sono uno di quelli che spera il meno possibile), mi soffermo sull'importanza di chiedersi chi siamo noi per avere la presunzione di capire e conoscere così a fondo una persona per eleggerla a modello di santità. L'uomo ha un disperato bisogno di credere che qualcosa di buono sia rimasto e, per appagare questa necessità, mette in secondo piano la parte più sconveniente, scomoda.

Sono testimonianze, ricerche, studi. La difficoltà sta nell'accettare che spesso, anche nella neve più pura, si nasconde il veleno di una religiosità distorta, fine al proselitismo di una sofferenza che nulla ha a che fare con la volontà di un Dio che dovebbe amarci e confortarci.

È questo ciò che temo di più: il marketing della spiritualità, il dormire sotto una comoda e candida coperta di illusioni. Una volta risvegliati si corre il rischio di rimanere spaventati dalla realtà... e realizzare che là fuori fa freddo.

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