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  • Immagine del redattoreAndrea Pellegrino

Sangue di S. Gennaro: prodigio della fede o della chimica? Analisi e risposte solo parziali

Oggi, 19 Settembre, come tutti gli anni a Napoli si è verificato il "miracolo" dello scioglimento del sangue di S.Gennaro. Migliaia di fedeli hanno potuto assistere a uno degli eventi più controversi e dibattuti della storia della religiosità. Per molti un presagio e una manifestazione divina, per altri un fenomeno chimico spiegabile scientificamente e scambiato, forse per convenienza, per un prodigio. Qual'è la spiegazione che gli scienziati hanno avanzato? E' sufficiente a comprendere il fenomeno?


LA STORIA



Sono due ampolle ermeticamente chiuse a contenere il sangue di San Gennaro nella cappella a lui dedicata al'interno del Duomo di Napoli. Questo sangue ha la caratteristica di liquefarsi a cadenze regolari pur presentsndosi raggrumato.Secondo la documentazione storica, San Gennaro, vescovo di Benevento, fu decapitato a Pozzuoli nel 386; il suo corpo venne portato nelle catacombe di Napoli, quindi a Benevento, poi a Montevergine, infine ancóra a Napoli nel 1497.

La prima liquefazione del sangue del martire storicamente documentata è del 17 agosto 1389, quando un anonimo donò la reliquia alla Chiesa. Da allora, dopo nove secoli, le liquefazioni avvengono ancóra oggi, in date che presentano una certa regolarità, senza alcun apparente intervento esterno. Questo fenomeno si ripete due volte l'anno: il Sabato precedente la prima Domenica di maggio (ricorrenza della traslazione del corpo di San Gennaro da Pozzuoli a Napoli) e il 19 settembre (anniversario del martirio).


Le prime analisi sottoposte a metodo scienrifico risalgono al 1902 quando i professori Sperindeo e Januario accertarono la presenza di sangue nelle ampolle avendo trovato ossiemoglobina, una delle componenti ematiche. Eppure, ad oggi, non tutti concordano con i risultati di questa analisi



L'INDAGINE DE CICAP: QUELLO NON E' SANGUE


Il Comitato italiano di controllo sulle affermazioni del paranormale (CICAP) ha avanzato l’ipotesi che all’origine della liquefazione ci sia la tissotropia, cioè la capacità di alcuni fluidi quasi solidificati di passare, se opportunamente agitati, allo stato liquido. Si noti come il sacerdote ufficiante agiti le ampolle più volte prima che la liquefazione avvenga.


Guidati dal chimico Luigi Garlaschelli dell’Università di Pavia, due esperti (Franco Ramaccini e Sergio Della Sala) riuscirono a replicare una sostanza che, come aspetto, colore e comportamento, riproduce esattamente del sangue come quello contenuto nelle ampolle, fornendo così una prova scientifica sull’ottenibilità di uno «scioglimento» simile a quello che è alla base del fenomeno di San Gennaro. Le tecniche utilizzate erano praticabili anche nel Medioevo.




LA SMENTITA: PRESENZA DI SANGUE MA NON DI MIRACOLO



Nel 1999 però al Cicap rispose il professor Giuseppe Geraci dell’Università Federico II di Napoli che spiegò al Corriere del Mezzogiorno che la tissotropia citata non c’entrava nulla, e che il Cicap, negando la presenza di sangue nella reliquia perché in almeno un caso si sarebbe ottenuto un risultato identico senza materiale ematico, aveva invece adottato la stessa tecnica usata da chi non impiega metodo scientifico. La presenza effettiva di sangue è stata definitivamente confermata in seguito a studi avvenuti anche nel 2010. Il problema è capire perchè quel sangue si scioglie.


«Il sangue c’è, il miracolo no, tutto nasce dalla degradazione chimica dei prodotti, che crea delle reazioni e delle variazioni anche con il mutare delle condizioni ambientali». Nel febbraio del 2010 lo stesso Geraci accertò che, almeno in una delle ampolle, ci sarebbe effettivamente del sangue umano.


Eppure il fenomeno rimane ancora misterioso. Far coagulare del sangue e poi a cercare di farlo tornare liquido dopo 100 o 200 anni, semplicemente scuotendolo con le mani o riscaldandolo con il calore corporeo è un’impresa impossibile. La cosa inspiegabile è il fatto che il sangue di San Gennaro non si comporta sempre nello stesso modo: capita che non si sciolga. Ad esempio è successo il 30 aprile 2011. Qualche altra volta, invece, il sangue era già sciolto al momento di prelevare le ampolle dalla cassaforte che le custodisce.




QUANDO IL SANGUE NON SI SCIOGLIE. CATTIVO PRESAGIO? GLI AVVENIMENTI DELLA STORIA


In alcuni casi, si diceva, il miracolo non avviene. La storia recente riporta diversi casi di mancato scioglimento. Nel settembre del 1939 e del 1940, ad esempio, in corrispondenza con l'inizio della seconda guerra mondiale e dell’entrata nel conflitto dell’Italia; nel settembre del 1943, data dell’occupazione nazista, nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli e nel settembre del 1980, anno del terremoto in Irpinia. Tutte date in qualche modo drammatiche. E anche nei secoli scorsi, si ricordano giorni in cui il miracolo non è avvenuto. Coincidono spesso con assedi, eruzioni e pestilenze.


MIRACOLO A SORPRESA


E' successo anche che il sangue si sia liquefatto al di fuori dalle tre ricorrenze 'comandate'. Successe, ad esempio, il 23 gennaio del 1799, giorno in cui il Generale di Napoleone Jean Étienne Championnet entrò vittorioso a Napoli. Championnet, per placare il dissenso dei partenopei che lo consideravano l'anticristo, ordinò al clero di aprire le chiese e di predicare pace e ordine. Quindi, il giorno dopo, si recò al Duomo. E non appena l'ampolla fu consegnata nelle sue mani, ecco che - fra lo stupore generale - il sangue di San Gennaro si sciolse. C'è chi, ancora oggi, parla del 'miracolo di Championnet'.



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